“Il 2016-17 è stato un anno di transizione per Burberry, in un mercato del lusso che cambia rapidamente. Le azioni che abbiamo intrapreso per la crescita futura stanno già dando i loro frutti e sono fiducioso che possano consolidarsi nel tempo”. Queste le parole di Christopher Bailey, chief creative e chief executive officer della maison britannica, a commento del bilancio annuale al 31 marzo scorso, chiuso con ricavi in crescita del 10% a 2,8 miliardi di sterline (circa 3,26 miliardi di euro), utili pre-tasse per 462 milioni di sterline (+10%) e profitti operativi adjusted per 458,7 milioni (+10%), in linea con le attese del consensus Reuters. La performance si ribalta, però, rimuovendo l’effetto cambio rispetto al precedente periodo, in quanto le vendite perdono il 2% e gli utili pre-tasse lasciano sul terreno il 21 per cento.
Secondo quanto riferito dalla nota ufficiale, nei dodici mesi la fashion house inglese ha registrato un significativo calo della domanda negli Stati Uniti e a Hong Kong, mentre, a livello di prodotto, a trainare le vendite sono stati ancora una volta gli accessori. Burberry, che il prossimo luglio accoglierà ufficialmente Marco Gobbetti come nuovo CEO, ha spiegato come i frutti del piano strategico di semplificazione presentato a maggio dello scorso anno (con un focus sul rinnovo dell’offerta, sull’efficienza produttiva e sulla crescita digitale) dovrebbero portare a una riduzione dei costi nel 2019.
Il gruppo britannico del lusso ha parallelamente annunciato un nuovo piano di riacquisto di azioni proprie per 300 milioni di sterline (circa 350 milioni di euro), mentre quello in corso da 150 milioni è stato completato per due terzi. In mattinata il titolo di Burberry, che ha aumentato la cedola del 5% rispetto al precedente esercizio, guadagnava oltre il 2% alla Borsa di Londra.