Anche l’Antitrust italiano deve scendere in campo contro gli influencer colpevoli di occultare i propri fini commerciali attraverso la condivisione di immagini ambigue. Dopo l’appello della Federal Trade Commission alle webstar online, l’authority italiana è stata chiamata ad agire, riporta Business Insider Italia, dall’Unione Nazionale Consumatori (Unc). Quest’ultima ha presentato un esposto all’Autorità garante della concorrenza e del mercato denunciando “i personaggi famosi che fanno pubblicità camuffata sui loro blog o sui social network attraverso la pubblicazione di foto e video”. L’associazione chiede esplicitamente “la legittimità di questa sorta di product placement camuffato sui social network”.
L’avvocato Massimiliano Dona, presidente di Unc, conferma alla testata che si tratta della prima denuncia rivolta agli influencer nel nostro Paese: “È una forma di pubblicità del tutto nuova, perché viene fatta attraverso un personaggio che sfugge alla categoria del ‘testimonial’, e mancano in Italia le linee guida per gestire questa nuova modalità di business. Belen, Fedez, Tatangelo, Satta hanno pubblicato, con evidenti finalità promozionali, foto e video su popolari piattaforme social, promuovendo di fatto marchi e prodotti commerciali noti, senza però dare indicazioni esplicite circa la natura pubblicitaria di questo endorsement, e quindi omettendo ogni dicitura idonea a spiegare che si trattava di contenuti sponsorizzati”.
L’avvocato specifica con accuratezza il caso e le sue anomalie: “In realtà, non si sa neanche quale sia la natura contrattuale che lega ‘non-testimonial’ e prodotto, visto che, formalmente, non siamo nel campo della pubblicità. Il nostro esposto all’Agcom mira anche ad attivare il potere ispettivo del Garante. Né io né lei potremo mai sapere quanto ha preso Alessia Marcuzzi per farsi fotografare mentre si liscia i capelli con una determinata piastra, il Garante invece potrebbe. Inoltre, l’Authority ha anche il potere di attivare il Parlamento, se dice: ‘Non ho potuto sanzionare tizio perché mancano le norme’, i parlamentari devono agire”.
Dona ha già pronta una proposta da attuare per arginare l’anarchia degli influencer: “D’ora in poi, accanto alla foto, compaia una didascalia di accompagnamento, oppure un hashtag, che informi correttamente il fan del carattere promozionale del messaggio, nel rispetto del Codice del Consumo, che all’art. 22 prescrive di indicare l’intento commerciale di una pratica promozionale”.
Insomma, anche in Italia si comincia a ragionare sulla stessa linea della Ftc d’oltreoceano.