I brand del lusso non creano intimità con i consumatori. A dichiararlo è una ricerca svolta dalla global marketing agency Mlbm che ha intervistato 6mila consumatori residenti in Stati Uniti, Messico ed Emirati Arabi Uniti attraverso 56mila valutazioni su brand appartenenti a diverse categorie merceologiche. I primi fashion luxury brand compaiono solo al di sotto della centesima posizione; tra questi Ralph Lauren (111), Hermès (124), Rolex (146), Tiffany (148), Cartier (149), Chanel (153), Gucci (158) e Louis Vuitton (161).
I consumatori coinvolti nella ricerca dichiarano di avere un rapporto di maggiore intimità con griffe più commerciali tra cui spiccano Levi’s, alla 19esima posizione, Nike (20) ed H&M (32) a cui seguono Macy’s (34), Nordstrom (35), Lululemon (42), Sephora (46), Under Armour (49), Adidas (58), Victoria’s Secret (93) e North Face (104). Il ‘Brand Intimacy Report’ rappresenta il più ampio studio sulle emozioni; Mlbm si sofferma sul ruolo che le emozioni hanno nel rapporto tra consumatore e beni di consumo e sulla capacità di questi ultimi di attrarre potenziali clienti. Tra i fenomeni tenuti in considerazione ci sono anche il fattore nostalgia, la capacità di soddisfare le aspettative dei consumatori e il grado di connessione tra i avventori e label.
Dal report 2017 sembra che i marchi di uso quotidiano come jeans e sneakers vengano ritenuti più vicini in termini affettivi rispetto a indumenti ed accessori di lusso che spesso non circondano il consumatore sin dall’infanzia. A svettare nei primi posti della classifica i brand Apple, in cima alla lista seguito da Disney, Amazon, Harley Davidson e Netflix, quest’ultimo occupava la 25esima posizione appena 12 mesi fa.