Continua il momento difficile di Richemont che, però, convince la Borsa annunciando un importante cambio dei vertici. Il colosso svizzero del lusso, che controlla, tra gli altri, i marchi Cartier, Van Cleef & Arpels e Iwc, ha archiviato i primi sei mesi d’esercizio con profitti in calo del 51% a 540 milioni di euro, a fronte di vendite in diminuzione del 13%(12% al netto dell’impatto valutario) a 5,08 miliardi. In picchiata (-43%) anche l’utile operativo, passato da 1,39 miliardi a 798 milioni di euro. A motivare la performance in calo, si legge nella nota ufficiale diffusa dal gruppo, le difficoltà del settore orologeria e il rallentamento di gran parte dei mercati in cui in cui Richemont è presente, con l’eccezione della Cina continentale, del Regno Unito e della Corea.
Contestualmente, la holding di Ginevra, il cui titolo guadagnava in mattinata oltre 7 punti percentuali alla Borsa di Zurigo, ha annunciato un processo di ristrutturazione dei vertici “riconoscendo la necessità di reagire velocemente alle difficoltà del business in generale e dell’industria del lusso”. Secondo quanto riportato in un comunicato della società, infatti, l’amministratore delegato Richard Lepeu, ha espresso la sua intenzione di andare in pensione a marzo 2017, mentre il direttore finanziario, Gary Saage, raggiungerà la sua famiglia negli Stati Uniti e lascerà il suo incarico a partire dal 31 luglio 2017. Si dimetteranno, inoltre, otto membri del board, tra cui l’ex chief executive Norbert Platt. Al momento Richemont non ha ancora individuato un successore per il proprio AD. I nuovi vertici saranno scelti dal cda e proposti all’assemblea nel settembre 2017. Johann Rupert, che ha affermato di contare sulla qualità dei marchi in portfolio per superare le difficoltà attuali, continuerà a essere presidente del consiglio di amministrazione.