Esercizio fiscale in calo per Prada che ha archiviato il 2015 con utili netti per 330,9 milioni di euro, contro i 450,7 milioni dell’anno prima (-27%), a fronte di ricavi sostanzialmente stabili (-0,1% a cambi correnti, -7,7 a cambi costanti) a 3,54 miliardi di euro.
Quest’ultimo dato è stato comunicato in via preliminare lo scorso febbraio, annunciando una crescita del 5,9% (+5% a cambi costanti) in Europa, dell’11% (+4% a cambi costanti) in Giappone, del 5% (-9% a cambi costanti) negli Stati Uniti, dell’11% (-5% a cambi costanti) in Medio Oriente, mentre l’Asia-Pacific ha registrato un calo del 4% (-16% a cambi costanti).
I margini dell’anno, si legge nella nota ufficiale, “sono stati condizionati dal mancato sviluppo dei volumi delle vendite che non ha consentito di assorbire i maggiori costi conseguenti all’ampliamento della rete distributiva. Su tutti i costi operativi iniziano peraltro a vedersi gli effetti della profonda revisione, tutt’ora in atto, finalizzata al recupero di efficienza in tutti i processi retail, industriali e corporate, nonché delle azioni correttive e contingenti su molte voci di costo discrezionali”. L’ebitda si è attestato sugli 802,8 milioni di euro, con un’incidenza sui ricavi del 22,6% (26,9% nel 2014), mentre l’ebit è stato pari a 503 milioni, al 14,2% dei ricavi netti (19,8% nel 2014).
Secondo la società, che ha proposto un dividendo di 11 centesimi per azione, “il 2016 dovrebbe essere ancora influenzato da un’instabilità che rende incerte le previsioni di breve termine”.
Il titolo del gruppo guidato da Patrizio Bertelli e Miuccia Prada ha chiuso la giornata di venerdì in calo dell’1,54% alla Borsa di Hong Kong.