Da Trussardi il denim torna più giovane. La casa di moda del levriero, infatti, ha rilanciato Trussardi Jeans. La linea, nata nel 1987, era stata sospesa per due stagioni “per fare pulizia – ha spiegato il CEO del gruppo bergamasco Tomaso Trussardi – perché avevamo ereditato una distribuzione su troppi clienti, circa 1500, mentre ora sono circa mille, con un acquisto medio molto più alto”.
Dopo il ritorno con la primavera/estate 2014, la collezione per i prossimi freddi (A/I 14-15) esprime il nuovo concetto della linea, “casual e rilassata, ma pur sempre elegante – spiega la stilista, Gaia Trussardi – che spinge i più giovani ad avvicinarsi al marchio” (l’entry price dei capi in denim va dagli 85 ai 220 euro), con il denim, che vale il 60% della collezione, ma anche con la pelle, la maglieria, la camiceria e i capi tecnici.
La Trussardi Jeans, che verrà mostrata questa sera con una sfilata negli spazi delle ex officine Ansaldo, pesa circa il 35% sull’intero gruppo, che nel 2014 “prevede di chiudere tra i 160-180 milioni di euro, con un valore export del 45% circa. Il dato è in leggera crescita rispetto all’anno scorso anche se con marginalità in calo”, ha detto il CEO, precisando che il dato finale dipenderà anche dalla chiusura o meno, entro il 2014, dell’acquisizione del network di 21 negozi Tru Trussardi dal partner cinese.
La cifra esclude il valore delle licenze per le diverse categorie merceologiche (circa 100 milioni) e quelle sull’abbigliamento attivate specificatamente nel mercato giapponese (circa 150 milioni), “che noi consideriamo come un mercato a parte – ha aggiunto Tomaso – e in cui operiamo da sempre con una partner. Anche in questo mercato vorremm0 arrivare ad avere una gestione diretta ma non è un’operazione semplice”. A conti fatti, dunque, il turnover del gruppo arriverebbe a circa 400 milioni totali.
Adesso, per la Trussardi Jeans è previsto un piano di aperture di 25 negozi entro il 2017, in Oriente (soprattutto in Cina) e in Russia, che prevede anche ri-opening con il nuovo format di negozi che erano stati chiusi. Il progetto prevede di entrare anche negli Stati Uniti, mentre in Italia, per il momento, c’è il punto vendita pilota di corso Europa. La Russia, inoltre, è un mercato sul quale il gruppo continua a puntare, “perché mio padre è arrivato qui tra i primi nel 1982 – ha detto l’AD – e i russi hanno una grande awareness. I problemi che si sono oggi sono più politici che economici”.
Nel futuro di Trussardi ci sono nuove licenze che si aggiungono a quella appena siglata con Morellato per gli orologi, come quella con il gruppo Tollegno per l’underwear e il beachwear, e quelle con Samsung per le cover, che saranno lanciate a dicembre, insieme con alcune applicazioni per lo shopping.
Tomaso Trussardi ha infine parlato di e-commerce, che viene gestito da Yoox. “Oggi vale il 2% del fatturato. Il rapporto con Yoox, nato due anni fa, presenta qualche criticità. Da entrambe le parti c’è la volontà di continuare e si sta valutando come migliorare il progetto”.